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Il 2023 sara un anno travagliato, in cui i leader mondiali dovranno affrontare le conseguenze degli errori commessi. Ma con un po' di fortuna potrebbe preludere a un'era di rinnovata ricchezza e liberta.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
Alla fine di ogni anno, dal 2003, il dizionario americano Merriam Webster annuncia la parola inglese dell’anno. Secondo l’autorevole dizionario, la parola più ricercata su Internet nel 2022 è statagaslighting. Peter Sokolowski, redattore del dizionario, ha dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press che quest’anno le ricerche della parola sono aumentate del 1742 per cento rispetto all’anno precedente ed è stata ogni giorno tra le 50 parole più cercate.Gaslighting è un termine colloquiale con cui ci si riferisce ai trucchi usati per far dubitare una persona della sua realtà e mettere in dubbio ciò che sente, crede e fa. Lo scopo è indebolire psicologicamente la vittima per influenzarne le percezioni, il comportamento e le decisioni.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
Sia il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman che il presidente cinese Xi Jinping o lo zar Vladimir Putin hanno lanciato durissime campagne contro la corruzione. E altrettanto hanno fatto altri dittatori nel mondo. Numerose persone accusate di corruzione sono state condannate a morte e molte di più a pene detentive.
Quella che si pone dinanzi all'umanita non e una scelta tra ridurre drasticamente le emissioni di gas serra o abbracciare le nuove tecnologie energetiche e climatiche, bensi l'impellenza di fare entrambe le cose.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Dicono che abbiamo raggiunto la fine della globalizzazione. Basta guardarsi intorno: il protezionismo di Trump, la Brexit, i problemi alle catene logistiche creati dal Covid e dalla criminale aggressione di Putin in Ucraina hanno tutti contribuito a far deragliare il treno dell’integrazione globale messo in moto dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Con i listini azionari che crollano, i tassi di interesse in aumento e un rallentamento dell’economia mondiale che si profila all’orizzonte, siamo arrivati al funerale della globalizzazione.
Per contrastare questo fenomeno l’emirato ha sperimentato una soluzione che combina una monarchia tradizionale, un’ampia classe lavoratrice composta di stranieri e una democrazia ostinatamente indipendente. Bisogna vedere se questa ricetta reggera alla transizione energetica.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Nel decennio passato c’è stata una proliferazione di eventi che hanno cambiato il mondo. Alcuni sono stati talmente eclatanti che era impossibile ignorarli, ma ce ne sono stati anche altri più graduali, che sono passati quasi inosservati. Il più importante fra questi è la crisi mondiale della democrazia. Le democrazie si sono indebolite in tutti i continenti, mentre le dittature sono in grande spolvero e ospitano il 70 per cento della popolazione mondiale, vale a dire 5,4 miliardi di persone. Secondo studi dell’Istituto V-Dem dell’Università di Göteborg, un decennio fa la percentuale di persone che vivevano sotto dittature era attestata al 49 per cento. Era dal 1978 che il numero di Paesi in via di democratizzazione non era così basso.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
Oserà farlo? Vladimir Putin è un sociopatico nichilista per il quale la vita non ha alcun valore e sarebbe disposto a usare armi nucleari contro i suoi nemici? O è piuttosto un abile negoziatore che usa la minaccia nucleare per strappare concessioni ai suoi avversari e che, come ha detto ieri Lavrov, alla fine autorizzerà solo l’uso di armi convenzionali? Sono le domande che tolgono il sonno ai militari, ai diplomatici e alle spie statunitensi e ai loro alleati in questi giorni. E anche alla gente comune.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
Oserà farlo? Vladimir Putin è un sociopatico nichilista per il quale la vita non ha alcun valore e sarebbe disposto a usare armi nucleari contro i suoi nemici? O è piuttosto un abile negoziatore che usa la minaccia nucleare per strappare concessioni ai suoi avversari e che, come ha detto ieri Lavrov, alla fine autorizzerà solo l'uso di armi convenzionali? Sono le domande che tolgono il sonno ai militari, ai diplomatici e alle spie statunitensi e ai loro alleati in questi giorni. E anche alla gente comune. Per decenni, la cosiddetta dottrina della distruzione mutua assicurata è servita a dissuadere i leader mondiali che fossero tentati di usare armi nucleari. Il suo uso garantiva la ritorsione con armi simili e quindi la morte di centinaia di milioni di persone e la devastazione di intere città. Non ci sarebbero stati vincitori. Ma ora le cose sembrano essere cambiate.
Il percorso di sviluppo del continente e un processo lento, alimentato da migliaia di imprenditori e dai milioni di piccole decisioni che essi prendono giorno per giorno per dare soluzione a problemi specfic.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
All'inizio della sua presidenza, nel 2000, Putin rilasciò una lunga intervista televisiva. Parlò della sua visione del futuro della Russia, condivise ricordi della sua gioventù e riflessioni su ciò che aveva vissuto, compresa una lezione che aveva imparato da un topo. Quando era molto giovane, Putin e i suoi genitori vivevano in un piccolo appartamento in un edificio fatiscente a Leningrado (ora San Pietroburgo) che, tra gli altri problemi, era infestato dai topi. Il giovane Putin li inseguiva con un bastone. "Lì, ricevetti una lezione tanto veloce quanto duratura sul significato dell'espressione "essere messo all'angolo"", disse Putin nell'intervista. E aggiunse: "Una volta vidi un ratto enorme e lo inseguii per tutto il corridoio finché non lo spinsi in un angolo. Non c'erano vie di scampo. Allora, con uno scatto improvviso, quello si scagliò contro di me. Ora era il ratto che inseguiva me. Per fortuna fui un po' più veloce di lui e riuscii a sbattergli la porta sul naso".
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Per mesi Vladimir Putin ha detto che non aveva la minima intenzione di invadere l'Ucraina, ma è esattamente quello che ha fatto il 24 febbraio. Da quel momento, le sorprese sono state all'ordine del giorno. Lo stesso Putin è rimasto sorpreso, perché è evidente che le cose non sono andate come si aspettava. Il dittatore ha sopravvalutato l'efficacia delle sue forze armate e sottovalutato quelle ucraine, che hanno opposto una resistenza inaspettata. Un devastante attacco informatico, per esempio, non è ancora avvenuto e l'armata putiniana mostra inattesi segnali di disordine e improvvisazione. Siamo stati sorpresi anche da Volodymyr Zelensky, il presidente che è diventato un esempio mondiale di coraggio e leadership. Anche il popolo ucraino, da parte sua, ha dimostrato con i fatti che cosa significa difendere la patria dalle zampate di un sanguinario dittatore.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
La proliferazione di autocrati innamorati delle elezioni presidenziali è un fenomeno politico sorprendente. Non significa che i dittatori amino le elezioni libere e imparziali, quelle in cui potrebbero anche perdere, questo no. Quello che piace agli autocrati è il vago aroma democratico che ti conferisce un'elezione popolare (purché la vittoria sia garantita, ovviamente). E la cosa strana è che, nonostante la gente, dentro e fuori del Paese, sappia che l'elezione è una farsa, gli autocrati continuano ad allestire questo teatro elettorale che simula un voto democratico.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
I cambiamenti internazionali che ci riguardano tutti sono diventati più frequenti. Alcuni ci toccano direttamente e altri hanno effetti più remoti, ma le notizie quotidiane ci lasciano con la sensazione che ci troviamo in un'epoca di grandi trasformazioni. In alcuni casi non abbiamo bisogno che i media ci informino dei cambiamenti, perché li viviamo ogni giorno. Il coronavirus è un esempio, grave, globale e per molti aspetti inedito. Un altro esempio è il numero record di rifugiati climatici che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni in seguito a devastanti incendi, uragani o cicloni; ondate di calore con temperature che nell'era preindustriale si verificavano ogni cinquant'anni ormai arrivano a cadenza decennale. Ma le notizie che hanno un effetto diretto su di noi non sono solo quelle frutto dei cambiamenti climatici o della pandemia.
Nonostante gli impegni presi dall’Earth Summit di Rio ad oggi le emissioni sono aumentate del 60 percento. E che la stabilita del clima e il bene ultimo collettivo. E assicurare L’adeguata disponibilita di un bene pubblico, a livello mondiale, e un problema perverso.
Le olimpiadi hanno costi elevatissimi, spesso di gran lunga superiori alle previsioni. Inoltre, resta da dimostrare che favoriscano la pace o siano in grado di alleviare le tensioni diplomatiche tra paesi in conflitto.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Prima erano i jihadisti e ora sono i suprematisti bianchi. Per anni il terrorismo islamista è stato visto come una delle principali minacce, soprattutto per l'Europa e gli Stati Uniti. Adesso non più. Ora le preoccupazioni sono il coronavirus e la violenza degli estremisti bianchi. Il terrorismo suprematista bianco è molto presente ed è un fenomeno in crescita. Secondo Christopher Wray, il direttore dell'Fbi, "la principale minaccia che abbiamo di fronte sono i gruppi che chiamiamo "estremisti violenti motivati da fattori razziali o etnici", e nello specifico ci preoccupano quelli che sostengono la superiorità della razza bianca". L'Fbi ha elevato la minaccia rappresentata da questi gruppi, attribuendole lo stesso livello di pericolosità dello Stato islamico. Wray ha detto che l'anno scorso la polizia federale indagava su 850 casi di terrorismo suprematista bianco, mentre ora i casi aperti sono duemila. Questo tipo di terrorismo non è un fenomeno solo statunitense. Negli ultimi anni la presenza e le azioni violente sono aumentate anche in Europa e in Oceania. Ovviamente, il fatto che si senta parlare meno dei gruppi jihadisti non significa che le condizioni all'origine di questa violenza siano diventate meno rilevanti.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Luis E. Moriones
Sapete quanto è un trilione di dollari? Secondo la Reale accademia spagnola è "un millón de billones", cioè il numero uno seguito da 18 zeri (in inglese, un trilione è il numero 1 seguito da 12 zeri). Il governo degli Stati Uniti ha appena deciso di spendere 1.900 miliardi di dollari (1.9 seguito da undici zeri) in risposta alla crisi economica scatenata dal Covid 19. Una valanga di soldi.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Nonostante sia il Paese delle isole Galápagos e conti 32 vulcani imponenti, molti dei quali attivi, e nonostante sia il principale produttore di banane del mondo, è raro che l'Ecuador attiri l'attenzione dei mezzi di comunicazione internazionali. Non è il Brasile, il Messico o l'Argentina, i giganti della regione; la sua instabilità politica non è accentuata come quella del vicino Perù e non è stato depredato come il Venezuela. Insomma, è un normale Paese latinoamericano: povero, disuguale, ingiusto, corrotto e pieno di persone per bene e lavoratrici. La sua democrazia è difettosa ma competitiva, le istituzioni sono deboli ma esistono e l'economia, l'ottava del continente per dimensioni, dipende dalle esportazioni di petrolio, banane, gamberoni e oro. E dai soldi che gli ecuadoriani che vivono in altri Paesi inviano alle loro famiglie.
La Reppublica /Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Susan Bro incarna il dilemma che potrebbe diventare l'elemento caratterizzante dell'amministrazione Biden: può esserci pace sociale senza giustizia? Susan Bro è la madre di Heather Heyer, assassinata nel 2017, a 32 anni, a Charlottesville, capitale della Virginia, da James Alex Fields, militante di estrema destra. Fields investì deliberatamente con la sua auto un gruppo di persone che protestavano pacificamente contro la marcia di neonazisti e suprematisti bianchi arrivati a Charlottesville da tutto il Paese. Come noto, commentando questi tragici eventi, il presidente Trump sottolineò che c'erano persone per bene da entrambe le parti. Biden ha detto che i fatti di Charlottesville furono decisivi per indurlo a candidarsi alla Casa Bianca.