Biden tra pace e giustizia
La Reppublica / Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti
Susan Bro incarna il dilemma che potrebbe diventare l'elemento caratterizzante dell'amministrazione Biden: può esserci pace sociale senza giustizia? Susan Bro è la madre di Heather Heyer, assassinata nel 2017, a 32 anni, a Charlottesville, capitale della Virginia, da James Alex Fields, militante di estrema destra. Fields investì deliberatamente con la sua auto un gruppo di persone che protestavano pacificamente contro la marcia di neonazisti e suprematisti bianchi arrivati a Charlottesville da tutto il Paese. Come noto, commentando questi tragici eventi, il presidente Trump sottolineò che c'erano persone per bene da entrambe le parti. Biden ha detto che i fatti di Charlottesville furono decisivi per indurlo a candidarsi alla Casa Bianca.
Il timore di Susan Bro è che per cercare l'unità Joe Biden sia pronto a sacrificare la giustizia. "Per sanare le ferite di azioni come quelle è necessario che chi le ha commesse sia chiamato a risponderne e condannato. Non può esserci unità senza giustizia", ha dichiarato lei al New York Times. Biden propone un'altra ottica: "Possiamo unire le forze, smetterla di gridare e abbassare la temperatura dello scontro. Senza unità non può esserci pace, solo rabbia e risentimento".
La lista di emergenze di cui si deve occupare il nuovo presidente è impressionante. La pandemia, le sue catastrofiche conseguenze economiche, i cambiamenti climatici, una società profondamente diseguale e polarizzata e decine di crisi internazionali sono solo alcuni dei problemi urgenti. Se rispondere in modo efficace anche a una soltanto di queste sfide è già immensamente difficile, affrontarle tutte insieme è un'impresa titanica. Ma non c'è alternativa: le minacce sono qui, si stanno aggravando e richiedono un'attenzione immediata. La diagnosi di Biden, corretta, è che sarà impossibile far fronte a tutti questi problemi se non si ridurranno le divisioni che in questo momento spaccano il Paese e bloccano la possibilità di prendere decisioni importanti. L'unità è stata il tema a cui il nuovo presidente ha dedicato il suo discorso di insediamento ed è l'aspirazione che ribadisce ogni volta che si rivolge alla nazione.
Biden è un politico di lungo corso e sa quando sia arduo il compito di promuovere l'armonia. Sa che anche se 82 milioni di americani hanno votato per lui (o contro Trump), altri 74 milioni hanno votato per Trump (o contro l'attuale presidente). E sa pure che la cerimonia che ha segnato l'inizio della sua presidenza si è svolta sulle gradinate del Campidoglio, proprio dove una folla violenta istigata da Trump aveva invaso e saccheggiato, pochi giorni prima, la sede del potere legislativo. E naturalmente è consapevole che più di un terzo degli statunitensi è convinto che lui sia un presidente illegittimo.
Alla luce di tutto questo, l'unità nazionale che propugna Biden è al tempo stesso un requisito indispensabile e un'impresa che non potrà mai conoscere un successo pieno.
Le manifestazioni di questa tensione fra pace e giustizia hanno già fatto irruzione nel dibattito politico di Washington. Solo un giorno dopo l'entrata in carica del nuovo presidente, e come reazione alla decisione di procedere con il processo di impeachment per Trump, il senatore repubblicano Ted Cruz ha esortato i leader del Partito democratico a mettere da parte "il loro odio settario verso Donald Trump", come lo ha definito, e ha aggiunto: "Sembra che i senatori democratici vogliano inaugurare la stagione legislativa con un giudizio che rappresenta un atto punitivo e vendicativo".
Quello stesso giorno, un giornalista ha chiesto a Nancy Pelosi, la leader del Partito democratico alla Camera dei rappresentanti, se processare Trump non fosse in contraddizione con il desiderio di unificare il Paese. "Il fatto è che da presidente degli Stati Uniti, ha incitato un'insurrezione", ha risposto la Pelosi, aggiungendo: "Non credo che sia molto unificante dire semplicemente: "Dimentichiamo quello che è successo e andiamo avanti". Non è questo il modo di unire il Paese. È nostra responsabilità proteggere e difendere la Costituzione, e questo è quello che faremo". Riferendosi a Trump, la leader democratica ha affermato che "non possiamo dire a un presidente: "Fai quello che vuoi nei tuoi ultimi mesi di governo senza preoccuparti delle conseguenze, perché potrai andartene senza problemi". Ci sono persone che vogliono che dimentichiamo i morti del 6 gennaio e i tentativi di disconoscere il risultato delle elezioni, di minare alla base la nostra democrazia e di violare la Costituzione. Io non la vedo così. Penso che ignorare quello che è successo nuocerebbe all'unità".
Il dibattito su pace o giustizia non è nuovo, né negli Stati Uniti né nel resto del mondo. Lo si osserva spesso nelle società che cercano di ripartire dopo prolungati periodi di violenza e violazioni su larga scala dei diritti umani. Non è il caso degli Stati Uniti.
Ma non c'è dubbio che sia un dibattito difficile e urgente, un dibattito che gli Stati Uniti devono tenere a ogni costo.
(Traduzione di Fabio Galimberti)